Week end da #familyreporter all’hotel Haway – Prima parte
Chi mi segue sui social probabilmente durante l’ultimo week end ne avrà avuto fin sopra i capelli dei miei continui post accompagnati da foto grondanti di entusiasmo per le due giornate che abbiamo trascorso all’hotel Haway di Villa Rosa di Martinsicuro (Te).
Dopo una lunga attesa finalmente ho vissuto, con i miei due inseparabili compagni di vita, la mia prima esperienza da family reporter. Vi avevo già spiegato qui come Around Family mi avesse dato questa opportunità, che ovviamente ho cercato di sfruttare al meglio.
La richiesta che mi hanno fatto prima di partire è stata: “mi raccomando, segnala gli aspetti positivi ma non dimenticare quelli negativi“. E allora io ho girato la raccomandazione a Papino che, un po’ per carattere e un po’ per deformazione professionale, è il contrario di me che ho il difetto di farmi prendere dall’entusiasmo e guardare solo le cose belle. E invece anche lui ha dovuto sfoggiare bandiera bianca; alla fine del soggiorno con una punta di rammarico mi ha confessato di non essere riuscito a trovare difetti in questa struttura. Quindi, unendo le forze, ecco cosa di negativo abbiamo trovato:
– ascensore piccolo, impossibile entrarci, ad esempio, con valigia e passeggino (ogni riferimento a nome del blog è puramente casuale);
– porta della camera un po’ sottile, tanto che durante la nanna pomeridiana Cicci è stato svegliato un paio di volte dalle voci nel corridoio.
Ecco, questo è quanto 🙂
Di positivo le cose sono state mille, o forse di più. Ma la vera forza dell’hotel Haway ha vari nomi; si chiama Massimo, si chiama Luciana, si chiama Francesca, Stefano, Sergio, Franco, Antonio, Francesco.
Sono loro la vera forza del primo family hotel mai provato nella mia vita, uno staff così unito fra di loro, cordiale, attento a ogni minimo dettaglio è davvero difficile trovarlo. Persone che nel giro di un’ora ti fanno sentire a casa, giocano con il tuo bimbo come fossero degli zii e chiacchierano con te come fossero vecchi amici.
Ma andiamo con ordine.
Dopo un’infinità di ore di viaggio in auto, il navigatore finalmente annuncia “sei arrivato a destinazione” e, nonostante la stanchezza che non ci da la forza neanche di parlare, la scritta “benvenuti a casa” ci scalda il cuore, ci fa avere la sensazione che forse questa ammazzata di sei ore di viaggio sarà ripagata. Riceviamo le chiavi della camera e ci fiondiamo a dormire. Almeno, questa è l’intenzione di mamma e papà. Un po’ meno quella di Ciccino che, complice il fatto di aver dormito in auto e di essere un po’ stranito dall’inserimento al nido appena iniziato, decide di prender sonno alle due di notte e svegliarsi continuamente.
E’ la vista che troviamo dal balcone al nostro risveglio a ridarci il sorriso. Una distesa di blu che difficilmente permette di definire dove finisca il mare e inizi il cielo. L’aria frizzantina non ci impedisce di fiondarci in spiaggia, solo dopo una mega colazione, dove ad accoglierci ci sono il bagnino ad indicarci il nostro ombrellone e lettino, e Francesca e Stefano, gli animatori che con molta pazienza, allegria e sorriso sempre stampato, si prendono cura sia dei bimbi piccoli che quelli un po’ più cresciutelli. Ecco quindi che Ciccino si cimenta nella distruzione dello splendido delfino di sabbia che gli altri bimbi stanno diligentemente costruendo, mentre Papino cerca di spaccarsi qualche osso giocando a calcetto con gli altri poveri papà (non diteglielo, ma ho visto il gol che ha segnato e ho esultato manco fossi la moglie di Marchisio!).
Risalendo dalla spiaggia facciamo una breve sosta in piscina, dove troviamo Sergio, un simpatico bagnino dal bell’aspetto con un sorriso che mette allegria (solo per il fatto che sia calabrese ha una marcia in più!). Ci racconta di come sia andata benissimo la stagione appena conclusa, di quanto ci si diverta con i corsi di nuoto (per grandi e piccini) organizzati dall’hotel e ci fa notare che la piscina abbia tre altezze, per essere disponibile per tutti. Dopo averci invitati all’aperitivo di mezzogiorno organizzato a bordo piscina, ci saluta sfoggiando, appunto, il suo sorriso migliore.
Dopo la divertente mattinata in spiaggia si torna in camera per bagnetto e preparazione al pranzo. La vita all’Haway è resa semplicissima per le mamme. Vaschetta per il bagnetto direttamente nella doccia, prodotti per il bagnetto e il corpo del pupino, fasciatoio comodossimo in camera, mangiapannolino in corridoio rendono il cambio super rapido come fossimo a casa.
Per rimanere in tema servizi forniti dall’albergo, non posso non segnalare che in camera abbiamo trovato un comodissimo lettino da viaggio (che può sembrare scontato) ma anche cose molto meno ovvie come lo sterilizzatore, lo scaldabiberon, due bottiglie vuote da riempire in un erogatore d’acqua (naturale e frizzante) sempre disponibile, protezione bimbi in ogni presa, lo sgabellino per il lavello (che noi non abbiamo usato perché Cicci è ancora piccolo), uno stendibiancheria sul balcone, la lucina per la notte e, a richiesta, c’era la possibilità di avere il vasino (per noi ancora molto ma molto inutile). Inoltre, al nostro arrivo abbiamo trovato in camera il borsone per il mare, la maglietta di benvenuto “Amici dell’Haway” e i cartellini per la consegna dei teli da mare, dell’ombrellone e lettino in spiaggia e l’invito per la merenda riservato esclusivamente a Ciccino (che si atteggiava già da vip). Infine, per la gioia di Papino, il quotidiano ogni mattina.
I pasti all’Haway sono una gioia. Intanto c’è la possibilità di scegliere anticipatamente il menu sia per pranzo che per cena, così si evita di attendere molto, soprattutto quando si arriva a tavola con un bambino affamato. Il cibo è cucinato in maniera impeccabile e non la smetteresti mai di ingozzarti. La vista del nostro tavolo da sulla piscina e allungando lo sguardo sul mare. Un vero piacere.
Il ristorante offre anche pasti gluten free e i prodotti sono tutti freschi e genuini. Insomma, un vero piacere per la gola.
Il pomeriggio, dopo una nanna di quasi quattro ore (ma siamo in Abruzzo o a Lourdes?!?!), Ciccino partecipa alle merenda in cui gli altri bimbi sono impegnati a colorare e dipingere le magliette. Lui ha il ruolo di disturbatore ufficiale ed è sempre pronto a mettere il naso dovunque. Nonostante non sia presente il baby club, quindi l’animazione per bimbi come lui, Francesca è super disponibile a prendersi cura anche di lui e ci fa vedere “la stanza delle meraviglie”, un’area piena di giochi per bimbi piccoli e tutta a prova di gattonamento. Insomma, il paradiso!
Mamma invece si cimenta in un partitone di calcio balilla e, non per vantarmi, si distingue per la sua bravura da portiere (io e il mio compagno di squadra contro due uomini!) Insomma, in una sola giornata scopriamo di avere in famiglia sia Marchisio che Buffon!
Nel prossimo post vi racconterò cosa ci ha riservato il resto del nostro soggiorno abruzzese! Stay tuned!!
8 risposte a “Week end da #familyreporter all’hotel Haway – Prima parte”
Trackback/Pingback
- 26 settembre 2014 -
- 26 settembre 2014 -
- 30 settembre 2014 -
- 6 ottobre 2014 -
Un hotel da tenere presente per le prossime vacanze col Nanissimo!
Assolutamente sì!! Io non sono un’amante dei family hotel, ma ci tornerei sicuramente!!
Davvero super attrezzatissimo questo hotel!
Non sono un’esperta ma mi sembra davvero il top per una famiglia 🙂
p.s.: marchisio? hai detto davvero marchisio?? VUOI CHE MUORO? ❤
Sì, per una famiglia che vuole rilassarsi è davvero consigliabile.. anche se sai che io amo i viaggi più movimentati 🙂
Ps: sì, ho detto Marchisio.. lasciami sognare un po’ 🙂